martedì 17 marzo 2015


Andre De Freitas

Le finestre dei vicini ripetono come mantra un ritmo sonnolento di tamburi, ogni giorno, sempre uguale: due ore al mattino, due al pomeriggio.

Il ticchettio desolato della pioggia, il tremare discontinuo dei vetri nel mio studio, il tono perentorio della campana della scuola qui vicino, qualche clacson nervoso, talvolta, il richiamo stridulo del citofono. Chissà con quale voce quest'inverno sussurra alla mia vera casa ...

Ogni tanto però qualcuno, non so dietro quali finestre, si siede al pianoforte e la sua musica si diffonde e zittisce tutti i rumori sgraziati o tristi e allora una felicità sottile mi attraversa e cancella per un tempo indefinito la malinconia di tutte le perdite.

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