lunedì 29 ottobre 2012

piove, governo ladro!



Tranne forse gli animali delle favole di La Fontaine, nessuno è mai stato bravo come gli italiani nell'arte d'inventare nobili pretesti per eludere i propri doveri e fare i propri comodi.
Carlo Fruttero e Franco Lucentini, La prevalenza del cretino, 1985

immagine da internet

E vabbè, ma se poi, quando piove, voi non andate a votare ...

giovedì 25 ottobre 2012

c'era una volta un regno ...

... ammirato da tutti per le bellezze naturali, i poeti, i pittori, i musicisti, gli scienziati.





Un triste giorno, non si sa quale ne fosse la causa, improvvisamente quel regno cominciò a decadere. 
I reali non badarono a spese: furono convocati a corte i vecchi saggi, i Magi, persino le fattucchiere ... ma nessuno riusciva a comprendere la causa della crisi.  
Eppure le risorse le abbiamo, le intelligenze pure, la buona volontà non è mai mancata ... di sicuro è un sortilegio!
E se ne lavarono  le mani. 

Effettivamente non c'era alcun motivo apparente che giustificasse la progressiva miseria dei sudditi, eppure si chiedeva loro di pazientare per il bene comune. 
Loro, i sudditi, poverini, non potevano sospettare che la famiglia del re coltivasse il vizio del gioco e mai e poi mai avrebbero immaginato che condividesse tale vizio con le famiglie reali dei regni limitrofi.
Così, mentre a corte si collezionavano privilegi, al popolo si lesinavano le monete d'oro destinate al bene superfluo dell'istruzione: è prioritario sanare i debiti se volete mangiare!
In seguito tutti i maestri furono messi alla gogna, in modo tale che, in futuro, nessun suddito cedesse alla tentazione di ascoltarne le formule magiche e mettersi a pensare. 

Forse a causa dei forti debiti di gioco o forse per qualche altro misterioso sortilegio, negli anni, sul trono e a corte, si avvicendarono avventurieri, giullari, cortigiane, belle addormentate, forse persino elfi, finché il disgraziato regno, che fin dalla notte dei tempi aveva mantenuto alta la sua fama di terra di ingegni e di buon gusto, si ritrovò etichettato come ridicolo e volgare: lo zimbello del circondario.  

Un bel giorno, finalmente, la Fata del Lavoro arrivò in soccorso degli sfortunati sudditi e ne illuminò le fragili menti svelando loro il segreto della felicità: abbassare (ma ancora di più è possibile?) al minimo le aspettative in modo da tollerare e cronicizzare la loro sacrosanta frustrazione.
Insomma suggerì loro di essere meno "principesse sul pisello", anche se lei ricorse alla parola magica "choosy" !

larga  la  foglia  stretta  la  via  voi  dite  la  vostra ,  io  ho  detto  la  mia

martedì 23 ottobre 2012

dalla finestra


Sara Facio, Cielo y Tierra, 1963


Dalla finestra vedo: 
il grigio noioso delle nuvole cariche di pioggia,
il verde scuro e l'arancione spento degli alberi in autunno,
i gabbiani in lontananza neri come la notte e
poi un paesaggio rovinato da palazzi bianchi,
dietro una grande montagna marrone come alberi secchi.

(Ieri la maestra di mio figlio, alunno di una V elementare, ha lasciato come compito in classe la descrizione in forma di poesia di ciò che i bambini vedono attraverso la finestra della loro classe. Questa è la composizione di mio figlio, a me è sembrata bellissima ...) 


lunedì 22 ottobre 2012

senza titolo


La nostalgia è la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare.
Milan Kundera, L'ignoranza, 2001


Emilio Isgrò

Il suono lontano di giorni perduti. 

Il ticchettio ossessivo delle grosse sveglie, la voce un po' rauca dei dischi in vinile di mia madre, il trillo argentino del vecchio telefono, il rassicurante ribollire della pentola blu di mia nonna, il sibilo invadente di un frigorifero color legno, l'irrompere festoso delle campane nella sala da pranzo di zia ogni pomeriggio alle cinque ...

Silenziosamente i suoni ci lasciano mentre noi ci affanniamo a catturare immagini per fermare il tempo, istantanee mute di risate sbiadite. 

La nostalgia dei rumori amati ti coglie di sorpresa e non trova consolazione.

venerdì 12 ottobre 2012

lungimiranza ...

immagine da internet

Da bambina mi ha consumata a lungo una bruciante passione per la Francia del XVIII secolo. 
Spulciavo l'enciclopedie di casa (mia, di parenti, di amici ...) e prendevo in prestito i libri di storia di mia madre.

Ogni aspetto di quel periodo storico catturava la mia attenzione: vita quotidiana, abiti e acconciature, giardini e architettura, arredi ... e poi l'ombra della Rivoluzione che si allungava sulla futile e dorata vita dei nobili.

Il merito di tanto interesse va alla compianta televisione italiana degli anni '70 (bei tempi in cui la TV sapeva accendere scintille nelle giovani menti e la programmazione mirava, con successo, a sollevare il livello culturale medio) e, successivamente, al cartone animato Lady Oscar, un mito per la mia generazione.

Un giorno, giocando con le mie sorelle, in preda ad un eccesso d'immaginazione, m'infervorai nella fantasiosa ricostruzione della vita della nostra famiglia se questa fosse vissuta alla corte di Luigi XVI ... avremmo partecipato ai balli, indossato gli opulenti vestiti, goduto di tutto quello sfarzo!

Mio padre allora, che leggeva in un angolo della stessa stanza, sollevato dal quotidiano lo sguardo rassegnato e consapevole, con tono serio mi rivolse sospirando una frase di cui io, all'epoca, non compresi fino in fondo il significato:
"Sai che bello scandalo per la nostra famiglia la tua fuga con Robespierre!"

Beh, effettivamente, a pensarci bene ...
 

lunedì 8 ottobre 2012

gabbie dorate



Sembra esserci nell'uomo, come nell'uccello, un bisogno di migrazione, una vitale necessità di sentirsi altrove.
Marguerite Yourcenar, Il giro della prigione, 1991

Susan McCarrell, The Most Awkward Dance, 2012

Costruiamo gabbie, talvolta, in cui confiniamo i nostri sogni. 

Giorno dopo giorno li ascoltiamo gorgheggiare la nostra rinuncia e ci crogioliamo al suono del loro canto sempre più malinconico, sempre più fioco. 
Non siamo stati così coraggiosi da lasciarli liberi in volo, i nostri sogni implumi, e non siamo così generosi verso noi stessi da separarcene, sono così belli da guardare ...

E i sogni s'ingrigiscono, invecchiano dentro quella confortevole gabbia di cui noi siamo gli artefici, sarebbe bastato tentare, sbagliare, cadere, rialzarsi, camminare: imparare. 

Forse avremmo persino potuto volare ...

Sarebbe bastato uno slancio coraggioso verso il vuoto per mettere alla prova le ali e invece tutti i nostri sforzi si sono concentrati nel perfezionare la gabbia. 
La gabbia è solida, offre riparo sicuro, il cibo e l'acqua non mancano mai al triste canarino e non importa se  i suoi occhi sono ormai velati e non importa se non canta più.

Così di noi rimane un polveroso pennuto impagliato, dimenticato giù in cantina ...

mercoledì 3 ottobre 2012

ma allora sono ottimista!


Mi sento molto ottimista sul futuro del pessimismo.
Jean Rostand, Pensieri di un biologo, 1954

Fornasetti

Di solito in città mi muovo a piedi, ma ieri la pioggia era insistente e allora ho preferito aspettare un autobus.

Durante l'attesa alla fermata ho notato che la gente intorno a me si agitava molto, temendo che la corsa non venisse garantita. Eravamo prossimi al capolinea da cui partono e in cui arrivano quasi tutti i mezzi della città, è vero, ma aspettare l'autobus per circa venti minuti, in quella particolare fascia oraria, è sempre stata una tradizione.

Le strade soffocano di gente che le percorrono con i mezzi privati, rallentando sensibilmente il traffico e, parallelamente, il trasporto pubblico appare insufficiente a coprire le necessità dei cittadini ( ma tutti conosciamo la situazione in cui l'alibi della "crisi" ha costretto i lavoratori: nella migliore delle ipotesi non si assume nuovo personale, gravando su quello già in forza,  nella peggiore ...) 

Ad un certo punto non ho resistito e ho chiesto ad una signora quale fosse l'origine di tale agitazione ( tra l'altro immotivata poiché l'autobus, allo scadere dei 30 minuti, si è presentato "puntuale" ) e lei, rivolgendomi gli  occhi scandalizzati, mi ha illuminata  in un dialetto molto colorito. 

A quel punto mi sono sorpresa a riflettere sul grande vantaggio di vivere in un contesto in cui ci si confronta quotidianamente con ogni tipo d'inefficienza: quando scatta uno sciopero generale, con conseguente rallentamento o interruzione di un servizio, se non lo sai ... non te ne accorgi! 

Evviva!

martedì 2 ottobre 2012

ci sono cose che fanno riflettere ...


L'uomo è un animale che immagina di essere uomo.
Nicolás Gómez Dávila, In margine a un testo implicito, 1977/92

Sbidi ovvero Bau!, il cane dei nonni di Filo

Periodicamente vado a trovare i miei genitori.

In occasione dell'ultima visita Filo, il mio nipotino di quasi un anno, mi accoglie sulla soglia sgranando i sorridenti occhi azzurri e poi, slanciandosi tutto contento nella mia direzione, mi abbraccia forte chiamandomi "Bau!".

Che sia arrivato il momento di mettere in discussione il mio storico look "total black" ?