lunedì 20 giugno 2011

mettetevi nei miei panni




Che cos'è la bellezza? Una convenzione, una moneta che ha corso solo in un dato tempo e un dato luogo.
Henrik Ibsen, Peer Gynt, 1867.



Io nei panni della Venere di Willendorf


La Venere di Willendorf nei miei panni

Ieri ho preso il primo sole...veramente il sole ha preso me, sono bruciacchiata in punti improbabili nonostante la protezione 20 e una maglietta bianca come schermo!
Ricomincia, così, la stagione balneare e gli annosi dilemmi che la animano e che risultano sempre nuovi e avvincenti anche se logori e inutili.
La Stagione invita a intense riflessioni su cui, indomita, trionfa la domanda “e tu sei pronta per la prova costume?”.
Io rimango allibita quando me la si rivolge e il costume da provare lo collego più a dei camerini di un teatro piuttosto che alla spiaggia... A volte cerco anche di capire quale spot pubblicitario abbia deformato le nostre capacità di giudizio, costringendoci addirittura a pronunciare una frase senza vigore nel contenuto e sciatta nella forma. Ad ogni modo il potere di questo inutile pensiero è così subdolo che il buon senso non interviene nei cervelli di alcune donne di mia conoscenza quando chiedono a me se sono pronta alla fatidica prova.
E io rido.
Sono una taglia 48, ex 44, simpatizzo a volte per la 46 altre per la 50 e indosso il bikini comunque. Quando vado al mare noto gli sguardi di disappunto che certe magre (di mia conoscenza e non) mi rivolgono, sconcertate non solo dal mio evidente sovrappeso ma soprattutto dalla sfrontatezza di indossare il costume a due pezzi.
E io sorrido.
Nessuno delle magre considera che se sei grassa devi indossare il bikini perché con il costume intero sembri una colonna ionica, né, alcune di loro, riflettono sul fatto che siamo esclusivamente noi donne a dividerci in grasse e magre, mentre gli uomini ci dividono in belle e meno belle, interessanti e noiose.
Sicuramente la "bellezza" è un concetto sfuggente quanto articolato e risulta rassicurante semplificarlo, ed ogni epoca si misura nell'impresa.
In costume nessuno si accorge se sei alta o bassa, se hai proporzioni armoniose o simpaticamente sbilanciate, gesti eleganti o gambe dritte e lunghe.
O sei magra o sei grassa e questo è tutto e su tale considerazione alcune donne, probabilmente poco considerate con i vestiti addosso, costruiscono un'inconsapevole rivincita sulle “rivali”.

Forti dell'effimera superiorità sulle altre, certe magre si girano a guardarti con espressioni eloquenti, in bilico tra la pietà e l'orrore, impressionate dal fatto che il corpo possa ribellarsi a quel modo alla stoffa.
Ed io mi diverto.
Infatti, pur sapendo di essere molto lontana dall'ideale di bellezza contemporaneo, passo in mezzo alle certe magre raffigurandomi come la Venere di Willendorf e, immedesimandomi nel ruolo, le guardo con la fiera consapevolezza di incarnare una bellezza intramontabile, classica, altera e primitiva seppur “ingombrante”.
I loro occhioni, disorientati dalla mia reazione ai loro non tanto dissimulati commenti, seguono, spalancati sulle facce ossute, la mia imponente figura; i reggiseni imbottiti si orientano al mio passaggio facendo ruotare il busto sulle gambette ambrate.
Questa è la mia risposta: si, sono pronta alla prova costume, ma il costume da indossare lo decido io.

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