lunedì 9 maggio 2011

e anche la Libellula ha preso il volo...


Rossana Taormina, "Libellula" 2010
Collezione privata


Capita ogni volta, e la Libellula non fa eccezione.
Quando uno dei miei lavori trova una nuova casa io vivo per qualche tempo immersa in uno stato emotivo in bilico tra la soddisfazione e il senso di perdita.

Lo so, sembra un paradosso, ma ho difficoltà a separarmi dalle mie “opere”.
Ognuna di loro è una travagliata traduzione di un pensiero mutevole, una felice rivelazione di uno stato d'animo effimero: ovviamente io mi riferisco al processo creativo che determina i miei lavori e non all'eventuale esito estetico-artistico. Sono spinta dalla necessità di creare, la ricerca mi è indispensabile e se poi ciò che viene fuori ha un riscontro anche nel gusto e/o nell'intelletto altrui, allora siamo di fronte alla situazione perfetta.

In particolare nel caso di incisioni, e la Libellula è un'acquaforte/acquatinta, il tempo dedicato all'elaborazione del progetto si prolunga a volte anche per mesi, una vera gestazione.
Riempio fogli e fogli di schizzi fino a quando non riconosco la versione "perfetta", quella più vicina alla mia idea; quindi incido la lastra di zinco tenendo davanti agli occhi il bozzetto definitivo.
Questo è un momento carico di tensione e desiderio, tutto è affidato alla mia mano: se commetto un errore eccezionalmente potrò porvi rimedio.
A volte spero quasi nella difficoltà, perché il caso, l'imprevisto, mi costringe a soluzioni temerarie alle quali non avrei mai pensato di ricorrere. Talvolta il vero artista è il caso.

Nella mia Libellula convivono ispirazione, tecnica, sperimentazione e casualità: in più è la mia prima esperienza di “acquatinta”. Sono felice che la persona che la ospita adesso sia delicata ed elegante proprio come una libellula, una persona a cui mi lega un sentimento di stima e affetto e questa incisione non poteva che essere sua.    

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