lunedì 30 maggio 2011

mostra: chi, dove, come, quando...


Scicli, GAF ARTE MUSICA LABORATORI

le mie opere saranno esposte al Caffè Letterario Brancati

2/5 giugno 2011

ARTE: Scicli come Montmartre. 
Al via GAF, quattro giorni consacrati agli artisti emergenti
A Giovane Arte Fiera anche tre protagonisti della Biennale di Venezia

Un grande evento corale: pubblico e privato insieme per un’offerta culturale diffusa

 Scicli come Montmartre. Per quattro giorni, dal 2 al 5 giugno, la città barocca di Scicli sarà un grande e variopinto atelier alla stregua del celebre quartiere parigino popolato dagli artisti.
L’occasione sarà quella della GAF Scicli 2011, la Giovane Arte Fiera pensata dal Gruppo Asterisco e realizzata grazie all’inedita sinergia fra pubblico e privato coordinata da Antonio Sarnari. Anche il Comune di Scicli, infatti, ha aderito alla proposta culturale di Asterisco, il gruppo formato da 15 artisti siciliani emergenti che lo scorso anno, ha restituito alla fruizione del pubblico l’antica chiesa sconsacrata di Santo Spirito sul colle San Matteo dopo averla ripulita da erbacce e rifiuti.

Una cinquantina gli artisti emergenti italiani e stranieri – nomi di giovani eccellenti segnalati solo da critici d’arte, maestri affermati, docenti delle Accademia di Belle Arti come quella di Catania - che hanno aderito al progetto della GAF: fra di loro anche tre artisti selezionati da Vittorio Sgarbi per la Biennale di Venezia: Manlio Sacco, Ezio Cicciarella e il rumeno Catalin Pislaru.

Ogni artista segnalato alla GAF proporrà una mostra personale nei luoghi deputati disseminati in tutta la città. Un grande evento corale che per la prima volta riunisce e mette in rete – al servizio degli artisti più promettenti del panorama internazionale - tutte le realtà culturali del territorio: per quattro giorni infatti musei, gallerie e associazioni culturali condivideranno il cartellone del GAF unificando orari (prolungati per tutti fino alle 22) e servizi. Un sistema di offerta culturale diffusa che, grazie a una pratica mappa degli spazi espositivi, consentirà a tutti i visitatori – collezionisti, galleristi, appassionati e naturalmente i viaggiatori di passaggio nella ormai celebre Val di Noto il cui Barocco è dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità – di costruire itinerari d’arte su misura tra l’antico e il contemporaneo: pittura, scultura, video, fotografia e installazioni fra gli scorci di barocco, godendo della meravigliosa natura siciliana che in questa stagione è generosa di colori e profumi mediterranei.

Dal centro storico ai tre colli, tutti gli spazi espositivi pubblici e privati della città di Scicli accoglieranno i cinquanta artisti: dalle piazze “salotto” ai colli San Matteo e della Croce che ne disegnano il pittoresco paesaggio. Villa Penna, posta su una delle alture di Scicli, ospiterà poi il 5 giugno l’evento finale durante il quale critici d’arte, rappresentanti istituzionali del territorio, operatori del settore e gli stessi artisti discuteranno su cosa significa “fare arte” oggi in Sicilia.

In programma un Jazz Party al Convento della Croce (4 giugno ore 22), laboratori d’arte per bambini a cura di Lucia Carbone negli spazi di Chiaroscuro (2-3-4 giugno ore 16.30), itinerari in bici  con noleggio gratuito lungo il percorso delle cinquanta mostre personali e sulle colline di Scicli, entrambi a cura del Laboratorio Correnti
La Giovane Arte Fiera di Scicli - organizzata dal Gruppo Asterisco e dal Comune di Scicli in collaborazione con Tecnicamista, il Laboratorio Correnti –  nasce con un cuore grande: le quote di partecipazione degli artisti e i contributi dei partner che hanno messo a disposizione gli spazi espositivi saranno in buona parte devoluti all’Associazione Paolo Ferro impegnata nell’assistenza ai disabili e alle loro famiglie.
           
Alla prima edizione della GAF di Scicli è dedicato anche il Concorso d’arte Olio Santo Spirito promosso dall’azienda dei Fratelli Aprile e intitolato alla pregiatissima produzione di olio extravergine i cui ricavi vengono reinvestiti dagli Aprile in progetti di sviluppo sociale e culturale per Scicli. Il premio sarà assegnato da una giuria di critici e docenti alla migliore opera in concorso.

Informazioni e prenotazioni: Laboratorio Correnti, via Aleardi 20, tel. 0932.93.11.54


Ospitano le cinquanta mostre personali
Caffè Letterario Brancati, Chiesa Santo Spirito, Chiesa San Vito, Convento della Croce, Ex Camera del Lavoro, Galleria l’Androne, Museo del Costume, Palazzo Spadaro, Sala Carpentieri, Studio Gianni Mania, Tecnica Mista, Villa Penna.


mostra!

Se ancora non avete deciso dove trascorrere il ponte del 2 giugno vi consiglio di andare a Scicli (RG) sia per la bellezza del luogo sia perché avrei il piacere di vedervi: espongo anch' io!
Mi trovate al Caffè Letterario Brancati
                                                                                                      

domenica 29 maggio 2011

femminile singolare: adulazione

Una donna si conquista infallibilmente con qualunque tipo di adulazione, e un uomo con un tipo di adulazione o con l'altro.
Philip Dormer Stanhope Chesterfield, Lettere al figlio, 1744/1890 (postumo)


Rossana Taormina "Lamia", 2009



É lei la più pericolosa, subdola e imprevedibile: la Vipera.
Aspetto innocuo, talvolta dimesso, si costruisce nel tempo un'immagine esteriore rassicurante che invita la vittima ad abbassare la guardia, a sottovalutare chi ha di fronte ed infine ad affidarsi a lei.

La Vipera ti conquista facendo leva sulla tua vanità, si profonde in lodi sperticate ed è abituata a dissimulare il suo giudizio, anche quando questo rasenta il disgusto.
Comincia a sperimentare la sua arte fin dalla più tenera età, scopre il potere della bugia e affina la sua tecnica nel confezionarla, nell'arricchirla di dettagli sempre più verosimili.
Dopo qualche tempo, quando sa di potersi destreggiare agevolmente attraverso le sue mirabolanti architetture di menzogne, è pronta per conquistare il mondo.

La sua è una seduzione che non solletica i sensi e non necessita di una bellezza conturbante, ma proprio perché agisce in maniera non visibile immediatamente è più subdola e pericolosa.
Inizialmente si mette da parte e ti lascia spazio, trova la chiave che le consente l'accesso alla tua volontà e la sostituisce, silenziosamente, con la sua.
Nessuno sospetta il suo gioco, le sue prede hanno sempre un ego spropositato, che impedisce loro di sollevare il velo della verità.
Come rinunciare all'adulazione metodica e sapiente, come sottrarsi all'abile operazione di tassidermia che la Vipera mette in atto una volta individuato l'esemplare perfetto?

Per anni ti manovra come una triste marionetta, lasciandoti illudere che il burattinaio sia tu; ogni tanto cambia pelle e anche burattino e così lo abbandona in un angolo, disarticolato, disilluso, disfatto.    

venerdì 27 maggio 2011

ma che c'era nel panino?

Gli incubi peggiori sono quelli che si fanno da svegli.
Giovanni Soriano, Finché c'è vita non c'è speranza, 2010

Oggi vi presento due disegni nati durante una pausa mensa particolarmente stressante.
Quando ancora lavoravo in Azienda mi capitava di dover necessariamente portar avanti una pratica e allora, per guadagnare tempo, rinunciavo alla pausa pranzo e consumavo velocemente un panino davanti al computer.
In uno di questi giorni lo stress aveva veramente superato ogni limite e allora, attingendo al mio spirito di sopravvivenza, decisi di staccare la spina e dedicarmi al mio pasto in maniera più normale
Non avendo modo ormai di unirmi al gruppo di colleghi con cui solitamente pranzavo, optai  per il disegno, metodo infallibile per rilassarmi. 
Così elessi alcuni degli oggetti che popolavano la mia scrivania e li animai di una vita diversa.
Ed ecco che cosa sono diventati  una spillatrice e un paio di forbici. 







giovedì 26 maggio 2011

viaggio di una bolla di sapone

L'istante occupa uno stretto spazio fra la speranza e il rimpianto, ed è lo spazio della vita.
Marcel Jouhandeau, Algebra dei valori morali, 1935



Contro la mia volontà mi trovo a confrontarmi con il Tempo, è successo ancora pochi giorni addietro.
Quasi sempre l'occasione è dolorosa e io piango tutte le mie lacrime per quella particolare interruzione del Tempo e per quelle che l'hanno preceduta, talvolta piango perfino per le interruzioni che potrebbero seguirla...

Quando l'astrazione di questa parola si concretizza in un evento tutto cambia: davanti ai tuoi occhi si apre un futuro carico di promesse o un passato il cui ricordo ti accarezza e offre riparo. 

Ma qual è l'unità di misura in cui intrappolare un concetto così aereo e sfuggente?  
Non so darmi una risposta perché questa cambia assieme alla prospettiva da cui si considera la questione. 
Forse il Tempo si misura in millenni o in secondi, forse si misura con le cose che sei riuscito a concludere o forse con le occasioni perse. 

Nel mio personale immaginario visivo l'unità di misura del tempo è un palloncino o una bolla di sapone e con i palloncini e le bolle di sapone abbiamo salutato chi ha finito il suo Tempo e adesso vive in quello dei suoi cari. 

lunedì 23 maggio 2011

femminile singolare: malizia


Bara di grossolana carne femminile nella quale vengono sepolte vive le mie ninfette
 Nabokov

Rossana Taormina "Ninfa", 2009



La Farfalla o Fatina o Ninfa, esercita tutto il suo potere durante la giovinezza.
La sua bellezza è fresca, aggraziata; per questa tipologia femminile nell'età dell'adolescenza esplode una sensualità che si traduce in un comportamento ingenuamente provocante.
La riconosci subito, movimenti leggeri (non cammina: danza), grandi occhi languidi, tratti delicati, capelli raccolti in acconciature vagamente infantili, profuma di primavera: è conturbante.
Tutto attorno a lei trabocca di desiderio.
Lei sa che difficilmente resisterai al suo chiedere aggraziato, conosce il potere che la sua maliziosa giovinezza esercita soprattutto sull'uomo maturo; le promesse, espresse e sottintese, sono le sue armi di seduzione.
Il Tempo è suo nemico e la Ninfa ne è consapevole, ancora giovane trova il suo compagno, preferibilmente un uomo che ha già raggiunto una certa posizione sociale e quindi è un po' più in là con l'età...
Alcune ninfe si evolvono, dimenticano la bambina vezzosa di un tempo e trovano il loro equilibrio nella vita adulta.
Altre invece, nel tentativo di prolungare il tempo felice in cui dispensando sguardi velatamente impudichi, tenevano il mondo nel palmo della mano, si producono in tristi repliche di sé stesse mantenendo atteggiamenti e stile poco consoni, se non ridicoli, per una donna.

sabato 21 maggio 2011

cibo dell'anima


Cucinare è un modo di dare.
Michel Bourdin




Oggi, afflitta da un problema muscolare ad un piede, che mi costringe ad una pigrizia forzata da qualche giorno, ho deciso di non fare altro che guardare la TV tutta la mattina.

Ore di inaspettata meraviglia, ho optato per una scorpacciata di film e ho avuto anche la fortuna di imbattermi in uno che mi ha riempito la giornata.
Soul Kitchen è il film (regia Fatih Akin, 2009), commedia brillante e ricca di sfumature; della trama vi anticipo solo che il protagonista soffre di un grave mal di schiena che spesso interferisce con i tanti problemi che il poveretto deve fronteggiare... 
  
Quello che mi ha attratto della storia e mi ha convinta a vedere come andava a finire, oltre all'andatura claudicante dell'attore che sembrava imitare la mia degli ultimi giorni, è stata l'atmosfera forse inverosimile ma sicuramente accattivante.  
Ho creduto di nuovo che se mi impegno posso trasformare un disastro in un successo!
Ho rispolverato l'idea che se ognuno mette a disposizione degli altri ciò che riesce a fare meglio si possono realizzare i progetti più ambiziosi.
Interessante la colonna sonora, assortiti i personaggi, articolate le situazioni, si ride, ci si emoziona...

Prima di vederlo, qualora vi interessasse, leggete le recensioni degli addetti ai lavori, il mio è un giudizio emotivo, un film mi piace nella misura in cui rimango coinvolta.  
In fondo cosa chiedere di più, il piede è ancora dolorante ma la mia anima si è rifocillata.


martedì 17 maggio 2011

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                                   Ho un rapporto catastrofico con la tecnologia: 
                       se passo sotto ad un lampadario a gocce, si mette a piovere.
                                                                    Woody Allen



E dopo l'interruzione del servizio Blogger è il turno del mio portatile:
il buio totale, il monitor si è completamente oscurato. 
Considerato che l'ho acquistato a dicembre...

Che dire a proposito, adesso vi sto scrivendo dal mio vecchio portatile,
 il Pensionato, ed è veramente una fatica. 
Procede lento, talmente lento che tra una visualizzazione e l'altra riesco a 
completare faccende casalinghe; per dispetto il Pensionato esegue comandi
non richiesti e brontola come una lavatrice col cestello dissestato. 
Perdonatemi lo stile dei post ma il computer non legge le impostazioni
predefinite e devo cercare di rimediare manualmente. 

La tecnologia mi rifiuta: i computer mi voltano le spalle, il telecomando
dell'unica TV di casa ignora esclusivamente me, la linea telefonica si 
interrompe proprio quando ho terminato i convenevoli e chiedo l'informazione
che mi interessa...
Il bancomat si smagnetizza, il motore dell'acqua s'inceppa, il cellulare recepisce 
gli sms dopo due giorni; il citofono a causa delle vibrazioni del suono lancia 
la cornetta nel vuoto tanto che ormai la fisso con lo scotch di carta...

L'aspetto più inquietante della vicenda è che, spesso, tutto ciò (e anche di più) 
mi capita simultaneamente.
Sto inviando una email importante, suonano alla porta e il citofono si suicida, 
il computer s'impalla, il telefono squilla e io non riesco a sentire chi parla 
dall'altro lato per poi scoprire che è mio marito che, nel pagare l'idraulico,
si è accorto che il mio bancomat è smagnetizzato.

sabato 14 maggio 2011

le apparenze ingannano...

Non ci si inganna che per ottimismo.
Paul Hervieu

L'altro giorno decido di andare a fare la spesa in un supermercato un po' più distante da casa, dove saltuariamente mi avventuro per ottemperare ai miei doveri di casalinga.
Mentre mi aggiro, errabonda e distratta, tra gli scaffali gonfi di roba, in attesa dell'ispirazione circa la composizione di un pranzo e di una cena, la mia attenzione è rapita da un progressivo affluire di gente in un orario inusuale.
Io li studio con attenzione gli orari, in modo da non rimanere prigioniera di interminabili file alle casse o, eventualità oltremodo fastidiosa, di trovarmi a dover sopportare gli sguardi indagatori delle Massaie che alzano il sopracciglio nel valutare il contenuto del mio carrello.

Spinta dalla curiosità, osservo con maggiore attenzione la folla che si riversa tra banconi e scaffali e capisco di essere di fronte ad un fenomeno eccezionale: il supermercato è assaltato da turisti GIAPPONESI!
M'illumino, allora esiste un Dio anche per noi principianti casalinghe non convinte, posso finalmente mettere alla prova i miei progressi nello studio della lingua giapponese.
Occasione irripetibile: non posso farmela scappare.
Così, buttato giù nel carrello il necessario per la pastina con l'olio a pranzo e la cotoletta con contorno di pomodori a cena, comincio a tampinare gli ignari turisti con la speranza di riuscire ad intavolare una discussione elementare con uno di loro.

Inaspettatamente un impiegato insofferente mi chiede se riesco a capire cosa stia cercando tra i prodotti la Signora giapponese ma lei, purtroppo, mi rivolge la domanda in inglese e io, delusa, le indico dove può trovare il sale.
A parte che non ho ancora imparato il termine “sale” e se anche lo avessi conosciuto avrei evitato, in presenza dell'impiegato, di rispondere in giapponese ad una domanda in inglese. Questo tizio, l'impiegato, annoiato e un tantino spocchioso, quasi sicuramente avrebbe scambiato la mia voglia di verificare l'apprendimento di una lingua straniera con una volgare mania di protagonismo da prima della classe, e la cosa mi avrebbe infastidito molto.
Fiduciosa, ricomincio a descrivere improbabili traiettorie dietro ai turisti, noto anche che i pochi avventori indigeni ormai mi soppesano con lo stesso sguardo sospettoso riservato ai Visitatori.

Ad un certo punto lo vedo: trattiene una confezione di cereali in una mano, agita l'altra nella mia direzione, la sua figura pare irradiare luce, gli annunci al microfono arrivano come musica celestiale. Mi avvicino, emozionata e rapita, il Turista mi guarda e distende le labbra in un sorriso ieratico. Trascorrono attimi densi di aspettativa, finalmente parla e mi si rivolge con un fiero “buonasera” (in italiano!).
Ma allora siamo simili, penso, anche lui studia una lingua che non ha finalità utilitaristiche...
Al colmo dell'esaltazione esclamo kombanwa (buonasera)... 
La luce che irradiava dalla sua persona improvvisamente si spegne, la musica celestiale subisce una brusca interruzione e le si sostituisce il gracchiare del microfono: il Turista mi guarda smarrito mentre la mia autostima evapora. E che ho combinato? E meno male che volevo pronunciare un'intera frase, dettagliatamente elaborata durante i miei inseguimenti con il carrello per i corridoi, tra gli scaffali. Neanche buonasera riesco a fargli riconoscere!

Il Turista, impietosito, mi si rivolge allora in inglese e riesce a farmi capire, con una certa difficoltà (ovviamente mia, perché ho problemi con tutte le lingue straniere) che lui è nato negli Stati Uniti...
E così si allontana non prima di aver depositato nel suo carrello hamburger e ketchup.  

femminile singolare: seduzione.

Est quaedam flere voluptas. 
V'è un piacere nel piangere.
Ovidio

Rossana Taormina "Sirena", 2009


Come resistere al fascino della Sirena
Forse è possibile rimanere sordi al suo richiamo che promette altezze sublimi e abissi oscuri, piacere e perdizione?

É la Sirena l'ibrido che tiene in pugno l'immaginario maschile; l'uomo sa che il canto di questa creatura è foriero di temibili insidie ma, irrimediabilmente e consapevolmente, rimane vittima della sua misteriosa seduzione.

Fin da piccola la Sirena è consapevole del potere che esercita sugli altri, adulti e bambini, riesce a manipolare la volontà altrui semplicemente scostando una ciocca di lucenti capelli dal volto. Occhi profondi, sguardo liquido, ottiene sempre ciò che desidera con il minimo impegno.
La Sirena cresce e miete vittime: principi, marinai, intellettuali...
Pochi sfuggono alla malia, prigionieri dell'indecifrabile canto sovrannaturale.

 E, alla fine, poco importa se dietro alla pelle di porcellana, alle forme morbide e accoglienti, alle parole melliflue, si nasconda un essere mostruoso, pronto a trascinarti giù nelle profondità senza ritorno.    

femminile singolare

L'unica differenza che io conosca fra un uomo e una donna è una di quelle cose che non si possono stampare.
Bertrand Russell



Un paio di anni fa, con mio grande piacere, mi è stato proposto di partecipare ad una mostra assieme ad altre artiste. Solitamente fuggo dalle manifestazioni di “genere”, poiché sono convinta che almeno l'arte sia un territorio neutro e non ritengo significativo fare una distinzione tra i sessi.

Mi ha convinto, però, il punto di vista attraverso il quale era stata pensata la formula della collettiva: “A modo mio”. Ognuna di noi poteva raccontare il proprio modo di vivere la femminilità, alle opere non era richiesto di celebrare alcuna stinta retorica sull'argomento, si era libere di divertirci.
E proprio all'aspetto ludico mi sono rivolta, sia nella composizione che nella tecnica.
Trattandosi di un “racconto”, infatti, ho potuto lasciare libera la mia vocazione all'onirico e attingere ad un lato del mio immaginario dove l'umano e l'animale sono interscambiabili, dove la fantasia è fisiologia, anatomia.
Io, solitamente, immagino le parole e poi le archivio in una personalissima biblioteca: ho ricordato quando da adolescente ti senti spesso ripetere che non sei né carne né pesce.

Così ho colto l'occasione e mi sono divertita come una bambina, come quando i piccoli giocano con un cucchiaio di legno e si convincono di agitare una bacchetta magica o una spada.
Più che della donna ho parlato della bambina che la donna è stata, ho immaginato che le caratteristiche che le sarebbero appartenute da adulta, erano già presenti in lei da piccola.
Attraverso la mia infanzia “fotografica” ho raccontato quattro tipologie di donne, in altrettanti collage digitali.

Alla fine mi sono anche ritrovata …
                                                                                                                           to be continued

venerdì 13 maggio 2011

interruzione servizio Blogger: conclusione (spero).

Problema rientrato, i post femminile singolare e femminile singolare: seduzione sono riapparsi!
Non è ancora tutto in ordine, ma sono fiduciosa...

interruzione servizio Blogger!

Finalmente posso accedere al mio blog!
A causa di un problema tecnico, conseguente a lavori di manutenzione effettuati mercoledì scorso, sono stati cancellati i post degli ultimi due giorni e sono stati compromessi alcuni dati. 
Sui blog attualmente permangono errori di vario genere ma ci è stato assicurato che gradualmente sarà ripristinata la situazione regolare.
Dal mio blog sono stati rimossi gli ultimi due post, temporeggio per capire se domani li ripristinano ed eventualmente provvederò a postarli di nuovo.
Saluti.

Rossana

lunedì 9 maggio 2011

e anche la Libellula ha preso il volo...


Rossana Taormina, "Libellula" 2010
Collezione privata


Capita ogni volta, e la Libellula non fa eccezione.
Quando uno dei miei lavori trova una nuova casa io vivo per qualche tempo immersa in uno stato emotivo in bilico tra la soddisfazione e il senso di perdita.

Lo so, sembra un paradosso, ma ho difficoltà a separarmi dalle mie “opere”.
Ognuna di loro è una travagliata traduzione di un pensiero mutevole, una felice rivelazione di uno stato d'animo effimero: ovviamente io mi riferisco al processo creativo che determina i miei lavori e non all'eventuale esito estetico-artistico. Sono spinta dalla necessità di creare, la ricerca mi è indispensabile e se poi ciò che viene fuori ha un riscontro anche nel gusto e/o nell'intelletto altrui, allora siamo di fronte alla situazione perfetta.

In particolare nel caso di incisioni, e la Libellula è un'acquaforte/acquatinta, il tempo dedicato all'elaborazione del progetto si prolunga a volte anche per mesi, una vera gestazione.
Riempio fogli e fogli di schizzi fino a quando non riconosco la versione "perfetta", quella più vicina alla mia idea; quindi incido la lastra di zinco tenendo davanti agli occhi il bozzetto definitivo.
Questo è un momento carico di tensione e desiderio, tutto è affidato alla mia mano: se commetto un errore eccezionalmente potrò porvi rimedio.
A volte spero quasi nella difficoltà, perché il caso, l'imprevisto, mi costringe a soluzioni temerarie alle quali non avrei mai pensato di ricorrere. Talvolta il vero artista è il caso.

Nella mia Libellula convivono ispirazione, tecnica, sperimentazione e casualità: in più è la mia prima esperienza di “acquatinta”. Sono felice che la persona che la ospita adesso sia delicata ed elegante proprio come una libellula, una persona a cui mi lega un sentimento di stima e affetto e questa incisione non poteva che essere sua.    

venerdì 6 maggio 2011

impara l'arte...

La cosa che sente più stupidaggini al mondo è probabilmente un quadro di museo.
Edmond e Jules de Goncourt, Diario, 1851-96 (postumo, 1956)

Rossana Taormina, Senza titolo, 2009

É mia abitudine trascorrere quanto più tempo possibile all'interno di musei e gallerie; il mio amore per l'arte è trasversale alle epoche e alle tecniche, la mia curiosità onnivora. Certo ho una forte propensione per l'arte del '900, ma non potrei mai rinunciare a tutto ciò che, precedendola, l'ha determinata.
Ho notato che proprio alle mostre di arte contemporanea il "critico" che abita tutti noi viene più facilmente allo scoperto!

In queste mie, spesso solitarie, peregrinazioni per le sale dei musei, mi capita, talvolta, di ascoltare i commenti altrui e, quando non m'infastidisco per essere stata distolta dagli arabeschi della mia mente, rido.
L'ilarità a volte sfugge alla mia censura, tanto da attirare gli sguardi indignati di chi mi sta intorno. Ma è più forte di me: come resistere all'occhiata di disprezzo che la Matrona dedica all'orinatoio di Duchamp e non ridere quando sopra la sua testa si disegna chiaramente il seguente fumetto “se questa è arte...Se vedessero allora il water di design del mio nuovo bagno!”?
Come trattenersi quando il Papà spiega seriamente al bambino che Mirò è diventato un artista pur non avendo mai imparato a disegnare, lodando il figlio perché i pupazzetti che il bimbo tira fuori dai pastelli hanno già tutte e cinque le dita?
Sono forse da sottovalutare Quelli che di fronte al “Concetto spaziale” di Lucio Fontana discutono tra di loro che a fare tagli ad una tela siamo tutti bravi?
E poi un classico: non scorderò mai l'esibizione dell'Avvocato il quale tenta di sedurre intellettualmente la Signora con le perle, avvalendosi di osservazioni sull'arte concettuale ritagliate da manuali e appiccicate a caso in un improbabile ma pomposo discorso.
Improvvisamente l'Avvocato interrompe la declamazione perché la sua attenzione viene attratta da un'opera in particolare. Un po' contrariato dal fatto che non ci fosse il cartoncino ad indicare autore e titolo dell'opera si avventura in fantasiose attribuzioni “mi sembra di cogliere lo stile di Robert Morris, oppure potrebbe coerentemente trattarsi di Steinbach..” .
Finalmente lo sguardo, stanco, della Signora con le perle individua un impiegato del museo, che viene subito chiamato dai due per dileguare il mistero dell'installazione anonima.
Serafico l'Impiegato comunica loro che l'assenza della descrizione è determinata dal fatto che stanno osservando il sistema antincendio!

giovedì 5 maggio 2011

こどもの日 Kodomo no Hi





Oggi, 5 maggio, in Giappone è festa nazionale: la giornata del bambino, Kodomo no Hi.

I tetti delle case che ospitano bimbi maschi (la festa delle bambine è il 3 marzo) si colorano di koinobori, bandiere tubolari a forma di carpa, animale resistente e quindi simbolo di salute ed energia.

Mi piace immaginare lo stupore dei piccoli quando le bandiere si gonfiano di vento, leggere e variopinte contro il celeste del cielo: i koinobori guizzano come se nuotassero ...

Mi unisco ai festeggiamenti, spero che i bimbi giapponesi anche in questo momento si godano la loro giornata, che possano crescere sani e felici, come è diritto di ogni bambino.

mercoledì 4 maggio 2011

meglio tardi che mai!

Finalmente, con i miei tempi, sono riuscita a dare al blog l'aspetto che desideravo, una veste grafica più aderente al mio stile.

Abbiamo definitivamente abbandonato il salottino della vecchia zia per ritrovarci in uno spazio più neutro e riposante (io invidio chi ancora ha una zia con cui trascorrere i pomeriggi, anche se la vostra è brontolona o impicciona andatela a trovare, nessun altro al mondo vi preparerà la crema di latte come ve la preparava lei...).
Sono anche riuscita ad inserire il mio caro punto interrogativo! Diffido da chi non ha dubbi se non frequentemente quantomeno occasionalmente e fuggo terrorizzata da chi ha solide certezze da sbattermi in faccia.

Probabilmente apporterò ulteriori aggiustamenti o modifiche (appena capirò come fare, abbiate pazienza ho un'età).
Se avete commenti, è inutile dirlo, sono sempre ben accetti.

domenica 1 maggio 2011

la mia città


Le città, come i sogni, sono costruite di desideri e di paure.
Italo Calvino, Le città invisibili, 1972

Rossana Taormina, "Sogni ricorrenti #1", 2007

Oggi vi presento una delle mie ossessioni: la città.


Da bambina, fino ai 4 anni, ho abitato in un piccolo condominio i cui balconi, disposti in continuità, si affacciavano tutti su una corte interna; una grata ne interrompeva il percorso, separando così un'abitazione dall'altra.
Amavo osservare il buio da quella postazione, dietro la ringhiera metallica del balcone rimanevo immersa in un silenzio in cui ogni tanto si coglieva il ritmo familiare di scodelle e posate o la sigla del telegiornale.
Mi stupivo sempre quando, dal celeste lucido del crepuscolo, si liberavano le stelle per brillare nel blu scuro, talvolta striato di rosso, della sera matura. Custodisco questa immagine nel mio cuore e continuo ad attingere da essa. Attorno al paesaggio urbano, e alla malinconia che vela i miei occhi quando lo osservo, proseguo a tessere la mia ricerca. Pochi anni dopo, ormai abitavamo a casa nostra, conobbi la “città” di Calvino e capii che io e lui (Italo) non ci saremmo mai più separati. Nelle immaginifiche e poetiche declinazioni che della città ci ha regalato Calvino, il mio spirito si ritrova sempre: talvolta smarrito nella violenza della città che avanza, talvolta commosso dalla sovrapposizione continua di artificiale e naturale, irrimediabilmente affranto dal ricordo di ciò che non è più.

Mi crogiolo in una sensazione difficile da spiegare, un insieme di perdita e scoperta e quando credo di aver raggiunto la città (interiore) dove finalmente stabilirmi, ecco che questa mi appare un po' più in là con strade diverse, edifici da esplorare...
Il mio lavoro ha le fondamenta in quelle sere lontane, trascorse al balcone della casa in affitto, in cui una bimba di quattro anni respirava una felicità perfetta e irripetibile, sciogliendosi nel colore denso della sera le cui stelle si riposavano sulle antenne delle terrazze, pronte a volar via quando le finestre dei vicini si accendevano improvvisamente e la Signora di fronte stendeva i panni.

buon lavoro

Primo maggio, su coraggio...
Umberto Tozzi

F. Leger "Costruttori" 1950


  In alcuni casi dobbiamo avere il coraggio di sperare e allora festeggiamo i lavoratori, coloro che lo sono stati, coloro che vogliono diventarlo, coloro che aspirano a rimanere tali...